La pubblicità, più ancora di altre forme di comunicazione, deve essere “economica”, ovvero efficiente. Deve cioè condensare una gran quantità di senso (di significati) in un un testo estremamente sintetico. Ne risulta che spesso ambientazioni, personaggi e azioni rappresentate in uno spot, una pagina o un manifesto siano caricaturali: i tratti sono marcati, estremizzati, i cattivi lo sono senza appello e i buoni rasentano la santità. Soprattutto laddove i cattivi non sono le avversità che il prodotto pubblicizzato aiuta a superare, ma i concorrenti. Nel caso di comunicazione comparativa, sia essa esplicita (la pubblicità delle acque minerali, nella quale si confrontano dati oggettivi, ossia le tabelle con analisi microbiologiche) o implicita (che chiama in causa in modo più o meno velato cliché, opinioni e pregiudizi che riguardano la concorrenza), il “cattivo” è rappresentato, appunto, dai competitor. Continue reading DENTISTI IN CRINOLINE – LA PUBBLICITÀ INGANNEVOLE DI VITALDENT